La cultura non si mangia, ma nutre: un concetto troppo
spesso lasciato cadere nel dimenticatoio, ma che assume una valenza particolare
soprattutto durante periodi di crisi economica. Infatti, investire nella
cultura diffusa, favorire l’accesso a consumi culturali alla portata di tutti e
in tutte le fasi della vita, migliorare l'offerta culturale nei piccoli centri
con iniziative accattivanti in biblioteche, cinema, teatri, spazi musicali e
museali, non è un costo, è un investimento che migliora la qualità della vita e
le relazioni sociali.
Vaprio ha una ricchezza storica e culturale che merita di
essere valorizzata: muovere le leve, che l’Amministrazione ha a disposizione,
per far rientrare il nostro patrimonio in percorsi storico-culturali più ampi,
è doveroso ora per il lancio in chiave turistica del nostro Comune,
visto anche l’interesse di Expo 2015 per la riscoperta e valorizzazione delle
vie d’acqua, ma soprattutto è necessario sempre per permettere ai
vapriesi vecchi e nuovi di apprezzarne la bellezza, conoscere i luoghi che abitano.
In questi ultimi anni l’azione amministrativa è stata votata principalmente
al mantenimento di un’offerta culturale esistente, non al suo sviluppo,
seguendo una logica disomogenea e non strutturata. Abbiamo avuto la festa del
paese ogni 29 giugno, abbiamo avuto una splendida giornata di turismo culturale
con l’iniziativa del Fai 2011, un successo di pubblico e di organzzazione
rimasto senza seguito. Secondo noi quanto accaduto ha un’unica interpretazione:
la mancanza di volontà e di progetto. Infatti, lo sviluppo dell’offerta
culturale non è legato solo alla presenza di luoghi o di spazi ma alla capacità
di far vivere questi luoghi con iniziative in grado
di coinvolgere la comunità in modo continuo nell’arco delle diverse stagioni
dell’anno.
La scarsa propensione alla progettazione culturale è
paradossalmente evidenziata anche nella relazione allegata al Bilancio di
previsione del 2013, in cui si afferma che è necessario “intensificare la connessione tra le iniziative culturali
dell’Assessorato e quelle delle Associazioni Culturali locali (in particolare
con l’Associazione “Casa del Custode delle Acque” e l’Associazione “Leonardo”)
per una programmazione condivisa di eventi da proporre alternativamente nelle
strutture disponibili a Vaprio” , dando il polso di come le iniziative
culturali proposte non siano frutto di un confronto tra le Associazioni, con il
sostegno dell’Amministrazione, ma frutto dell’iniziativa delle singole
Associazioni. Non può e non deve bastare la stampa di un opuscolo estivo
per raccontare un “cosa si fa” se poi il “cosa si fa” è frutto di iniziative
scollegate tra di loro senza un filo conduttore che le unisce a raccontare una
storia. Quest’approccio non valorizza sia ciò che Vaprio può offrire sia le
energie che le diverse associazioni mettono in campo. Inoltre, risulta per lo meno sottovalutato il ruolo della
Pro-Loco, che viene solo citata nella relazione dell’Assessore alla Cultura mentre,
invece, come dice la parola stessa
(Pro-Loco: Per Il Luogo), dovrebbe essere l’elemento centrale di coordinamento
di tutte le iniziative volte a promuovere la vita culturale e sociale del
paese. Vaprio d’altra parte, è ricchissima di spunti di valorizzazione: dalla
cultura musicale portata dalla Banda alle tradizioni più ludiche, come quelle
legate al Carnevale, alla produzione di spettacoli teatrali, eventi
gastronomici e passione per la danza popolare.
Questo scenario non evidenzia solo la disomogeneità di
un’offerta culturale, ma anche la mancanza d’iniziative diffuse e accessibili a
tutti, che provoca anche effetti secondari decisamente rilevanti: centro
storico trascurato, che tende sempre più a diventare un semplice dormitorio,
scomparsa di negozi, bar e esercizi pubblici in genere. Questo fenomeno è
provocato anche da scelte urbanistiche che accolgono l’espansione e la
costruzione di un centro commerciale a scapito della riqualificazione e della
promozione del piccolo commercio, con ricadute su un tessuto sociale a rischio
di frammentazione, con aumento della percezione di insicurezza ed estraneità.
Investire sul centro storico, incentivando la ristrutturazione degli edifici e
dei cortili rendendoli protagonisti di eventi culturali, è una chiave per trasformarlo
in un salotto accogliente, che favorisca una nuova coesione del nostro tessuto
sociale, tra vecchi, nuovi vapriesi e immigrati.
Allo stesso tempo servono nuove strutture, come ad
esempio un’area feste, di cui a tutt’oggi si sente la necessità: soluzioni
improvvisate, come quella adottata nel 2012 di far svolgere il festival
Moonasterock nel parcheggio della Villa Castelbarco non sono soddisfacenti,
perché precarie, non valorizzanti delle iniziative e non risolutive del
problema.
Un altro punto degno di adeguata attenzione è quello
dello sport: manca una moderna struttura sportiva polifunzionale, il cui costo
di costruzione e mantenimento è sicuramente oneroso, ma che sarebbe potuta
essere realizzata puntando sulle sinergie con comuni vicini con le stesse
esigenze.
Concludiamo con una considerazione e una nota di
speranza. Negli ultimi anni si è sostenuto a livello nazionale che «con la
cultura non si mangia». L’effetto di questo paradigma ha spostato l’attenzione
della politica amministrativa locale quasi esclusivamente sul bilancio: la
buona gestione del bilancio è certamente fondamentale, ma non sufficiente; dobbiamo ribadire con i nostri concittadini che, invece, la cultura
produce sviluppo e buona occupazione, e soprattutto nutre le menti e i cuori di
cittadini, adulti o bambini, li aiuta a essere più maturi e consapevoli. Ci auguriamo, con il sostegno dei vapriesi, di
poter avviare e trovare, tra qualche mese, in accordo con tutti quelli che
hanno a cuore la questione culturale di Vaprio, come pure una soluzione per la
riqualificazione del Teatro Eden, che per la cultura potrebbe essere un punto
importante di sviluppo.
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