24 gen 2014

CENTRO STORICO

Nessun luogo in una città, piccola o grande essa sia, può definirla meglio del suo centro storico, che ne rispecchia la cultura, le relazioni sociali, l’economia urbana e, appunto, la storia.  Le sue origini, i piccoli e grandi cambiamenti, i momenti di gloria e  quelli difficili; la storia di tutte le grandi personalità del passato che hanno lasciato in eredità un patrimonio artistico e culturale di cui essere orgogliosi; le storie famigliari e di amicizia, che sono poi le più importanti, quelle capaci di trasformare pietre e mattoni in una Comunità.
Il centro storico, le sue vie e le sue piazze, sono luogo d’incontro e di memoria, dove le persone passeggiano, si ritrovano e discutono. Luoghi di passaggio, di movimento, di riposo contemplativo.
Il centro storico è l’anima dei cittadini, insieme di sapori e legami antichi intrisi di storia e nuovi portatori di cambiamento: è il futuro costruito sul passato.


Ma se guardassimo il nostro centro storico ora, cosa racconterebbe di Vaprio?

Probabilmente racconterebbe di una gestione del territorio lacunosa, di una carenza di ambizioni e di lungimiranza,  dell’assenza di quella visione d’insieme capace di creare una connessione fra le diverse aree del paese, che appaiono, invece, sempre più isolate le une dalle altre.
Negli ultimi anni gli interventi di riqualificazione del cuore del paese sono stati pochissimi e in larga parte riservati all’iniziativa privata. Due sono stati principalmente i Piani di recupero approvati:

- Il PR1 (Piano di Recupero1) prevedeva, a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti per la ristrutturazione della corte di via Motta n.13, che la proprietà realizzasse opere di riqualificazione della pavimentazione di Piazza L. da Vinci e di un tratto della stessa via Motta. L’impresa è fallita e l’opera d’interesse pubblico non è stata realizzata. Il Comune ha riscosso la fidejussione data a garanzia dall'impresa fallita pari a Euro 124.000,00 (come dal documento del Bilancio 2013).


- il PR2 (Piano di Recupero2) prevedeva l’edificazione di una nuova costruzione simile alla struttura a corte dell’edificio preesistente in via Motta angolo via Pizzagalli. Il progetto non è proseguito oltre la demolizione dell’immobile in essere e non sono seguiti ulteriori piani attuativi, con il solo risultato di ottenere un polveroso cantiere fantasma in pieno centro, un cosiddetto vuoto urbano.


Un discorso a parte meritano le piazze


L’origine storica delle piazze è strettamente legata al concetto stesso di nascita di una Comunità, poiché in esse si trovava l’epicentro dei poteri istituzionali e si svolgevano le principali attività dei suoi abitanti. Infatti, dall’agorà greca e dal foro romano, il luogo più importante della città è sempre stata la piazza, oltre ad ospitare palazzi, monumenti e attività commerciali,   sede di incontri, dibattiti e decisioni importanti, insomma, della vita sociale della comunità. Per tutte queste ragioni è ancor più desolante costatare che, per l’attuale Amministrazione comunale vapriese, la funzione delle piazze cittadine, e in particolare di quelle del centro storico, sia limitata a quella di  trasandati parchi auto, peraltro sottodimensionati rispetto alle esigenze di residenti e utenti, privata di ogni attenzione verso i pedoni. Soltanto pochi mesi fa abbiamo assistito all’inaugurazione della passerella e della scalinata leonardesca di collegamento fra il paese e l’alzaia, costata ben 497.000,00 Euro, ma nulla è stato fatto per la riqualificazione della Piazza Cavour che è stata lasciata com’era, segno evidente della mancanza di un progetto unitario d’intervento.
Anche le altre piazze non sono state oggetto di cura e valorizzazione in questi dieci anni.  Oppure sono stati adottati piani di riqualificazione di futura realizzazione, come per Piazza della Chiesa, protagonista di un progetto di riqualificazione che dovrà essere realizzato da chi amministrerà in futuro, o Piazza del Mercato, “rattoppata” solo per  interventi sulla rete fognaria senza prevedere null'altro.
Secondo la voce autorevole del Prof. Edoardo Salzano – stimato urbanista -  questo è il risultato di un fenomeno di «dispersione abitativa: le città si sparpagliano nel territorio un tempo agricolo e fanno a meno di un centro ordinatore, come sono, appunto, le piazze. Purtroppo le piazze nei nuovi insediamenti urbani sono spazi residuali, luoghi non pianificati o, meglio, non pianificati dal pubblico, ma dal privato».

Ciò che l’attuale Amministrazione ha fatto è stato dare dei “contentini” ai suoi cittadini, con interventi singoli e isolati,  scollegati e non subordinati  alle esigenze degli abitanti in generale e  del centro storico in particolare.
Negli ultimi dieci anni il centro storico è stato "declassato" del suo ruolo, proprio per assenza di interventi e progetti di riqualificazione delle sue strade ed edifici.  L’Amministrazione, sebbene  in carica con lo stesso sindaco da 10 anni, non ha ritenuto di dover intervenire con decisione per la riqualificazione delle aree centrali del paese, svuotandole di ogni funzione e rendendole sempre più “terra di nessuno”.
Ma, riqualificare il centro storico si può!
E’ una questione di visione politica e di scelte amministrative,  con piani di incentivi rivolti ai residenti, la realizzazione di progetti per migliorare la qualità della vita cittadina e l'utilizzo degli spazi urbani anche con l'ausilio di realtà private, attraverso la realizzazione di opere di manutenzione delle vie, delle piazze e ristrutturazione degli edifici.
Noi riteniamo sia precisa responsabilità di chi ha l’onore e l’onere di governare il territorio quella di conservare al meglio la storia del proprio paese, valorizzandone le vie, le piazze, gli edifici, poiché si tratta di un bene comune. Per la precisione, dovrebbe essere la parte del territorio comunale di più antica formazione sottoposta a particolare tutela per assicurare la conservazione di testimonianze storiche, artistiche, ambientali ed indicato come "zona A" ai sensi del D.M. 1444/1968 e successive modifiche e integrazioni.
A nostro parere, per essere vincenti le politiche amministrative devono ispirarsi a criteri di sostenibilità e di continuità nel tempo.  A garanzia di ciò riteniamo sia indispensabile coinvolgere i cittadini nei processi di recupero del centro storico, che è “la parte originaria e autentica d’insediamenti che testimoniano i caratteri di una viva cultura urbana”.


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