Nessun
luogo in una città, piccola o grande essa sia, può definirla meglio del suo centro storico, che ne rispecchia la
cultura, le relazioni sociali, l’economia urbana e, appunto, la storia. Le sue origini, i piccoli e grandi
cambiamenti, i momenti di gloria e quelli difficili; la storia di tutte le grandi
personalità del passato che hanno lasciato in eredità un patrimonio artistico e
culturale di cui essere orgogliosi; le storie famigliari e di amicizia, che
sono poi le più importanti, quelle capaci di trasformare pietre e mattoni in
una Comunità.
Il centro
storico, le sue vie e le sue piazze, sono luogo d’incontro e di memoria, dove
le persone passeggiano, si ritrovano e discutono. Luoghi di passaggio, di
movimento, di riposo contemplativo.
Il centro
storico è l’anima dei cittadini, insieme di sapori e legami antichi intrisi di
storia e nuovi portatori di cambiamento: è il futuro costruito sul passato.
Ma se
guardassimo il nostro centro storico ora, cosa racconterebbe di Vaprio?
Probabilmente
racconterebbe di una gestione del territorio lacunosa, di una carenza di
ambizioni e di lungimiranza,
dell’assenza di quella visione d’insieme capace di creare una
connessione fra le diverse aree del paese, che appaiono, invece, sempre più isolate
le une dalle altre.
Negli
ultimi anni gli interventi di riqualificazione del cuore del paese sono stati
pochissimi e in larga parte riservati all’iniziativa privata. Due sono stati
principalmente i Piani di recupero approvati:
- Il PR1 (Piano di Recupero1)
prevedeva, a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti per la
ristrutturazione della corte di via Motta n.13, che la proprietà realizzasse
opere di riqualificazione della pavimentazione di Piazza L. da Vinci e di un
tratto della stessa via Motta. L’impresa è fallita e l’opera d’interesse
pubblico non è stata realizzata. Il Comune ha riscosso la fidejussione data a
garanzia dall'impresa fallita pari a Euro 124.000,00 (come dal documento del
Bilancio 2013).
- il PR2 (Piano di Recupero2) prevedeva l’edificazione di una nuova
costruzione simile alla struttura a corte dell’edificio preesistente in via
Motta angolo via Pizzagalli. Il progetto non è proseguito oltre la demolizione
dell’immobile in essere e non sono seguiti ulteriori piani attuativi, con il
solo risultato di ottenere un polveroso cantiere
fantasma in pieno centro, un cosiddetto vuoto urbano.
Un discorso a parte meritano le piazze
L’origine
storica delle piazze è strettamente
legata al concetto stesso di nascita di una Comunità, poiché in esse si trovava
l’epicentro dei poteri istituzionali e si svolgevano le principali attività dei
suoi abitanti. Infatti, dall’agorà greca e dal foro romano, il luogo più
importante della città è sempre stata la piazza, oltre ad ospitare palazzi,
monumenti e attività commerciali, sede di incontri, dibattiti e decisioni
importanti, insomma, della vita sociale della comunità. Per tutte queste
ragioni è ancor più desolante costatare che, per l’attuale Amministrazione
comunale vapriese, la funzione delle piazze cittadine, e in particolare di
quelle del centro storico, sia limitata a quella di trasandati parchi auto, peraltro
sottodimensionati rispetto alle esigenze di residenti e utenti, privata di ogni
attenzione verso i pedoni. Soltanto pochi mesi fa abbiamo assistito
all’inaugurazione della passerella e della scalinata leonardesca di
collegamento fra il paese e l’alzaia, costata ben 497.000,00 Euro, ma nulla è
stato fatto per la riqualificazione della Piazza Cavour che è stata lasciata
com’era, segno evidente della mancanza di un progetto unitario d’intervento.
Anche le
altre piazze non sono state oggetto di cura e valorizzazione in questi dieci
anni. Oppure sono stati adottati piani
di riqualificazione di futura realizzazione, come per Piazza della Chiesa, protagonista
di un progetto di riqualificazione che dovrà essere realizzato da chi
amministrerà in futuro, o Piazza del Mercato, “rattoppata” solo per interventi sulla rete fognaria senza prevedere
null'altro.
Secondo la
voce autorevole del Prof. Edoardo Salzano – stimato urbanista - questo è il risultato di un fenomeno di
«dispersione abitativa: le città si sparpagliano nel territorio un tempo
agricolo e fanno a meno di un centro ordinatore, come sono, appunto, le piazze.
Purtroppo le piazze nei nuovi insediamenti urbani sono spazi residuali, luoghi
non pianificati o, meglio, non pianificati dal pubblico, ma dal privato».
Ciò che
l’attuale Amministrazione ha fatto è stato dare dei “contentini” ai suoi
cittadini, con interventi singoli e isolati,
scollegati e non subordinati alle
esigenze degli abitanti in generale e del centro storico in particolare.
Negli
ultimi dieci anni il centro storico è stato "declassato" del suo
ruolo, proprio per assenza di interventi e progetti di riqualificazione delle
sue strade ed edifici. L’Amministrazione, sebbene in carica con lo stesso sindaco da 10 anni,
non ha ritenuto di dover intervenire con decisione per la riqualificazione
delle aree centrali del paese, svuotandole di ogni funzione e rendendole sempre
più “terra di nessuno”.
Ma, riqualificare
il centro storico si può!
E’ una questione di visione politica e di scelte amministrative, con piani di incentivi rivolti ai residenti,
la realizzazione di progetti per migliorare la qualità della vita cittadina e
l'utilizzo degli spazi urbani anche con l'ausilio di realtà private, attraverso
la realizzazione di opere di manutenzione delle vie, delle piazze e ristrutturazione
degli edifici.
Noi
riteniamo sia precisa responsabilità di chi ha l’onore e l’onere di governare
il territorio quella di conservare al meglio la storia del proprio paese,
valorizzandone le vie, le piazze, gli edifici, poiché si tratta di un bene
comune. Per la precisione, dovrebbe essere la parte del territorio comunale di più antica formazione sottoposta a particolare tutela per
assicurare la conservazione di testimonianze storiche, artistiche, ambientali
ed indicato come "zona A" ai sensi del D.M. 1444/1968 e successive modifiche e integrazioni.
A nostro
parere, per essere vincenti le politiche amministrative devono ispirarsi a
criteri di sostenibilità e di continuità nel tempo. A garanzia di ciò riteniamo sia indispensabile
coinvolgere i cittadini nei processi di recupero del centro storico, che è “la
parte originaria e autentica d’insediamenti che testimoniano i caratteri di una
viva cultura urbana”.
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