Alla riscoperta dei nostri tesori: la “Delizia di Vaprio”

Chi di noi, in questa estate non proprio clemente, ha trascorso del tempo nel nuovo Parco di Via Don Moletta, avrà avuto modo di notare i filari di vite piantati nei terrazzamenti digradanti verso il Naviglio della Martesana. Sono i primi filari del vitigno "Delizia di Vaprio”, qui messi a dimora nell’ambito di un più ampio programma di recupero e valorizzazione di questa qualità.  Perché mai una vite viene coltivata in un nostro parco comunale? Il motivo c’è, e bello grosso.

La Delizia di Vaprio è una rara uva da tavola a bacca bianca, ottenuta, anzi, “creata” nel 1907 e commercializzata nel '27 da due nostri concittadini, Luigi e Alberto Pirovano, professore quest’ultimo presso l'Istituto di Frutticoltura ed Elettrogenetica di Roma, la nostra biblioteca è dedicata a lui. La pregiata “Delizia di Vaprio”, pressoché dimenticata, viene oggi coltivata solo da pochi viticultori. 

A Vaprio, nella loro villa, ora di proprietà di Carlo Orlandi - vapriese e avvocato - fortunatamente i Pirovano hanno lasciato sia la documentazione che attesta tutte le prove compiute durante le loro ricerche, sia  la strumentazione completa, costruita in casa da  Lugi e Alberto, per condurre gli esperimenti di elettrogenetica che hanno portato alla creazione non solo della Delizia di Vaprio, ma anche del Moscato dell’Adda e della ben più famosa Uva Italia.

Quello dei Pirovano è un vero giacimento culturale, illustre testimonianza della nostra storia e della  tradizione vapriese.  Da ciò ora, nel 2014, l’Amministrazione è voluta partire per un progetto che istituirà la “DeCo” (Denominazione Comunale), con l’obiettivo di certificare e salvaguardare la nostra specifica coltura, promuovendo al contempo la ricchezza e l’unicità del nostro territorio.

“Delizia di Vaprio” è al centro anche di un progetto promosso dalla Pro-Loco: un’esposizione permanente dei quaderni e degli strumenti che il Pirovano ha utilizzato per selezionare quest’uva, insieme  ai numerosi premi e riconoscimenti che il nostro illustre Alberto ha conseguito nel tempo per il suo lavoro e le sue ricerche. Un luogo bello e accessibile per celebrare il genio del nostro concittadino e valorizzare un vitigno che, come pochi in Italia, porta il nome di un Comune: il nostro.